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Tutto Tonda | Presidio Slow Food dell’olio extravergine, protagonisti di una rivoluzione
Olio extravergine di oliva. Azienda Agricola La Tonda srl, Buccheri, Sicilia
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25 May Presidio Slow Food dell’olio extravergine, protagonisti di una rivoluzione

Domenica 17 maggio a Genova è stato presentato il primo presidio di Slow Food dedicato all’olio extravergine. Tra i primi 26 produttori selezionati ci siamo anche noi de La Tonda.

Ma che cosa vuol dire? Vediamo di spiegarlo:

1. Che cosa sono i presidi?

Una splendida invenzione di Slow Food per salvaguardare la biodiversità dei prodotti agricoli e zootecnici. Una particolare razza di pecora, un fagiolo tipico di una piccolissima area, un salame fatto con un procedimento artigianale unico al mondo. Con l’olio Slow Food inaugura una nuova fase. Bisognava infatti proteggere un interno comparto: nasce così il primo presidio nazionale che al momento comprende 26 produttori di tutta Italia ma che in futuro verrà esteso. «Con questo Presidio lanciamo un grido di allarme: sempre più uliveti vengono gradualmente abbandonati a causa dei costi crescenti e di una concorrenza aggressiva delle aziende. Il risultato è una perdita irreversibile di biodiversità», ha detto il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale.

2. Che caratteristiche bisogna avere per entrare nel presidio?

«I produttori dovranno rispettare un disciplinare rigoroso, che regola tutte le fasi di coltivazione e produzione», ha detto Francesca Baldereschi, responsabile dei Presidi italiani di Slow Food. Bisogna avere uliveti di varietà autoctone (come la nostra Tonda Iblea), non usare fertilizzanti o diserbanti chimici (noi usiamo solo stallatico e tagliamo l’erba manualmente), gli uliveti devono essere centenari (come i nostri del Sacramento, di Margio e del Frassino), e altro ancora. Tutto spiegato nell’etichetta narrante.

3. Che cosa è l’etichetta narrante?

Un fogliettino preparato da Slow Food per gli aderenti al presidio e legato al collo della bottiglia: dentro ci sono tutte le informazioni sul luogo degli uliveti, le tecniche di coltivazione e di conservazione dell’olio. Quelle che non si possono leggere in etichetta perché – come dice Pascale -“la legislazione in Italia è pazzesca e non consente all’agricoltore nemmeno di scrivere in etichetta il luogo di origine delle olive. Una legislazione volutamente carente”.

4. Perché nel presentare il presidio Pascale ha parlato di rivoluzione?

Perché Slow Food diventa in qualche modo un garante di qualità mentre oggi i consumatori poco informati non capiscono le differenze tra un prodotto che costa 3 euro al litro e si chiama olio extravergine d’oliva e un altro che ne costa 30 e si chiama nello stesso modo. “Quando i produttori del presidio diventeranno tanti – si augura Pascale – l’etichetta narrante diventerà uno strumento fondamentale per permettere ai consumatori di individuare produzioni buone e identitarie. E questo può cambiare le cose. Tutti insieme riusciremo a fare una vera rivoluzione, sostenendo un olio buono che rispetta ambiente e diritti dei lavoratori».

Si apre una nuova fase per il mondo dell’olio italiano. E noi siamo tra i protagonisti.